TU
“Non smettere di sognare Wendy” è la frase che abbiamo sopra il letto. All’interno di una foto. E’ una frase importante e molto rappresentativa. “Il Ciciarampa” è un nome. Il mostro finale, il cattivo di Alice. Quel nemico che volevi sconfiggere e non hai vinto. Il sogno e la fine. Queste due evidenze stridono tra loro, la forza e la necessità del sogno e la vittoria della morte. Ha vinto la morte? Quando mi sveglio nel sonno sconvolto, sentendo con sgomento l’assurdità e l’insostenibilità del tuo non esserci più, che quella presenza così viva e concreta nel mio cuore e nel mondo profondo in cui tutto vive, non c’è più, mi sembra veramente difficile allontanare la certezza di questo fatto. L’altro giorno mi sono svegliato mentre in sogno parlavo con Edo, ricordi Edo?, eravamo ragazzini ancora e rivolgendomi a lui realizzavo che tu non c’eri più. Mi sembrava così assurdo. Mi sembrava così strano e folle che tu potessi e possa non essere più presente.
Tutto dentro me continua a ricordarmi la seconda delle due evidenze, quella nefasta. La prima invece, il frutto del tuo credo, il mantra dei tuoi discorsi, l’insegnamento che hai incarnato, l’affermazione del sogno, resta valida?
Ecco, penso succeda anche a voi. Non so, forse è la mia ...
Adesso ho un’immagine di te da bambino, con i capelli a caschetto. E poi di quando ti misi i calzetti, al tuo primo ricovero, al mio rientro dalla Bulgaria. Oppure di quando ti riabbracciai alla stazione del treno, dopo tempo, in quell’unico periodo in cui le nostre vite erano state lontane. Indossavi quella giacca di pelle chiara, oscena e un po’ da Moicano. I ricordi incerti e nonostante questo vivissimi. Tutto oggi si ammanta di pathos. E’ così? Sono io che faccio questa operazione di melassa su tutto e rendo tutto così doloroso? E’ una mia propensione? Il bambino è quello che più mi torna in mente. Ora ricordo anche quando ci mettemmo a pregare nel tuo giardino. Nodi cruciali. So che anche tu ne hai avuti e raccolti molti. Se fossi stato io a morire, anche tu li avresti ricordati. Chissà cosa avresti ricordato tu … Quando eravamo Leonardo e Denilson in campo? L’abbraccio fraterno in cambio di una cicless a Bruxelles? Il carnevale vestiti da Ranma o semplicemente quando suonavo al tuo campanello? Non lo so, sono così tanti i ricordi. Ora vorrei perdermi nelle tue foto, rivedere gli album che certamente in casa tua sono conservati e rivedere foto che ti riguardano e magari riguardano anche me. “Offro un Gillione di dollari!”
Il Ciciarampa, il cattivo, la morte, alla fine, vince sempre. Cioè arriva. Moriremo. Morirà tutta questa ricchezza. Morirà tutta questa bellezza. Moriranno le nostre vite. Ma saranno ben spese? Cioè, ce le saremo godute? Alla fine del gioco, mi sarò divertito? Sarò contento del tempo qui trascorso?
Game over, ricordo, tra gli schermi dei videogiochi, nelle sale bar. E si restava lì in piedi, delusi della fine spesso troppo rapida. Ma tu, tu eri uno di quelli che ci credeva e voleva vedere la fine, quella epica, quella predisposta dai programmatori, quella con l’animazione di vittoria, di Ryu che esulta e così via. Volevi finire il campionato di PES e lo facevi. Il gusto della vittoria non ti è mai mancato. In questo somigli ad altri campioni, eterni ragazzi. Quindi hai vinto o no? Non lo so. Sentendo le parole di Francesca, del tuo sorriso fino alla fine, direi proprio di sì. Se penso al tuo aver fatto uscire il libro ultimo, così tuo, così personale, così vivo, direi proprio di sì. E il Ciciarampa?! Mah. E il Ciciarampa? Chissà. E’ poi così importante? Ci devo proprio pensare? Devo proprio decidere ora della sua vittoria o posso iniziare a giocare?
Che bella amicizia. E' un dono averla vissuta e il ricordo sarà sempre un abbraccio.
RispondiElimina