Che palle, buona estate!
Che palle la poesia, veramente, sempre lì a meditare e cagar parole, come se ci fosse un sapere, come se ci fosse qualcosa di valore oltre la siepe. Potiamo e tagliamo i rami e le foglie, spianiamo la strada e votiamo ignoranza, più placida e sincera di questo ripensamento, del piagnioso rimbalzo tra le parole e le orecchie. Costruiamo sedie, impalcature, ponti tra un oggetto e l'altro, difendiamo le case, ritiriamoci, mangiamo panini, cantiamo con altri in coro. Giochiamo a pallone, ridiamo di battute stupide e guardiamo le donne nude sulla spiaggia che si voltano, gridiamo e lanciamo fischi. Una camminata in montagna, una strada in moto, un tuffo dallo scoglio. Quando avremo vissuto questo, dopo e non prima, allora, forse, diremo qualcosa, una parola, dimenticata, non poi così nuova, ma almeno il piacere, quello, lo avremo conosciuto. Buona estate!
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